Castel Sant’Angelo nasce come Mausoleo dell’imperatore Adriano nel 135 d.C., pensato per ospitare le sue spoglie e quelle della sua famiglia. Il suo aspetto originario è praticamente identico al Mausoleo di Augusto che sarà presto visitabile al termine della sistemazione della rispettiva area monumentale. Il Castello quindi ha una storia bimillenaria ed ha molti aspetti da conoscere durante una visita guidata.
A partire dal 275 d.C., quando Roma si trovò sotto la crescente minaccia di invasioni barbariche e considerata la sua posizione strategica sul Tevere, il castello fu incorporato nelle mura difensive della città volute dall’imperatore Aureliano.
Nel 401 d.C., durante il regno dell’imperatore Onorio, il mausoleo fu definitivamente trasformato in una fortezza militare.
Nel XIV-XV secolo i papi rafforzarono il castello con nuove torri, bastioni e mura, rendendolo una delle strutture più sicure di Roma, tanto che 1527 durante il cosiddetto “Sacco di Roma” quando i lanzichenecchi di Carlo V assediarono assediarono la città, Papa Clemente VII riuscì a rifugiarsi nel castello attraverso il Passetto di Borgo mentre Roma veniva devastata.
Il Passetto è uno dei passaggi “segreti” più affascinanti e misteriosi di Roma. Si tratta di un corridoio sopraelevato e fortificato da una serie di merlature e feritoie, che collega Castel Sant’Angelo alla Città del Vaticano, precisamente ai Palazzi Apostolici. Costruito nel 1277 da Papa Niccolò III sopra le Mura Leonine e lungo circa 800 metri, il passetto serviva come via di fuga per i Pontefici in caso di pericolo. Grazie a questa struttura, i papi potevano spostarsi rapidamente dalle proprie stanze del Vaticano a Castel Sant’Angelo, confidando nella protezione offerta da una struttura che all’epoca era una fortezza inespugnabile.
Dopo secoli di abbandono, il Passetto di Borgo è stato restaurato ed è visitabile solo in alcune occasioni speciali, come eventi culturali organizzati dai Musei Vaticani.
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Il Castello è sormontato da una grande statua di San Michele Arcangelo che non lo ritrae come al solito nell’atto di colpire il maligno, ma la sua posa assume un gesto di pace e di misericordia, mentre tiene il braccio sollevato, nell’attimo sospeso prima di rinfoderare la spada. Secondo la tradizione, nel 590 d.C., Roma era devastata da una terribile pestilenza. Papa Gregorio I Magno organizzò una solenne processione per chiedere l’intercessione divina. Si racconta che, mentre la processione giungeva nei pressi del Mausoleo di Adriano, il papa ebbe una visione dell’Arcangelo Michele: l’angelo apparve sulla sommità del castello, rinfoderando la spada, segno che l’epidemia stava per finire come infatti avvenne.
La prima raffigurazione dell’arcangelo fu realizzata nel XI secolo, probabilmente in legno o materiale deperibile. Nel 1453 Papa Niccolò V fece collocare una statua in marmo. Durante il Rinascimento, papa Paolo III commissionò una statua in bronzo all’artista Raffaello da Montelupo che fu danneggiata nel tempo e oggi è conservata nei cortili interni del castello.
L’attuale statua fu realizzata dal fiammingo Peter Anton von Verschaffelt nel 1753 ed è un’imponente opera in bronzo, alta circa 5 metri.
Dal Medioevo fino al XIX secolo, il castello fu uno dei luoghi più temuti di Roma perché utilizzato come prigione di Stato e luogo di esecuzioni e torture. Il castello ospitava diverse tipologie di celle, a seconda del rango e della gravità delle accuse mosse contro i prigionieri.
Gli ambienti di riguardo “la Cagliostra” – le persone di rango elevato godevano di condizioni meno terribili rispetto ai prigionieri comuni. Vi furono rinchiusi Benvenuto Cellini, il celebre scultore e orafo, che fu rinchiuso per aver insultato il Papa, Beatrice Cenci, giustiziata nel 1599 per aver ucciso il padre violento e nel 1788 il leggendario Conte di Cagliostro.
Le Segrete – Erano riservate ai detenuti più sfortunati, spesso condannati a morte che a volte avveniva per annegamento durante le piene del Tevere. Erano ambienti umidi e angusti, dove i prigionieri soffrivano la fame, la sete e il freddo, privi di luce e aria.
La “cella del pozzo” – la camera più temuta era la cella del Pozzo, situata in una torre sotterranea, una fossa stretta e profonda, in cui i prigionieri venivano gettati e dimenticati.Il castello ospitava anche camere per l’interrogatorio e la tortura, usate soprattutto dall’Inquisizione e dallo Stato Pontificio. Alcuni metodi di tortura praticati includevano lussazioni dolorosissime, percosse e colpi di frusta, immobilizzazioni in cui i prigionieri non potevano né stare in piedi né sdraiarsi. Molti prigionieri, sotto tortura, confessavano crimini mai commessi solo per porre fine alle loro sofferenze.
Dopo aver assolto per secoli la funzione di fortezza militare e rifugio papale, Castel Sant’Angelo perse gradualmente la sua importanza strategica con l’evoluzione delle tecniche belliche e divenne sempre più un luogo simbolico e amministrativo per lo Stato Pontificio.
Tuttavia, il castello mantenne funzioni di prigione, caserma e deposito di armi fino al XIX secolo. Inoltre, il castello divenne un deposito di tesori della Chiesa, custodendo documenti, ori e beni preziosi. Con la presa di Roma da parte dell’esercito italiano il 20 settembre 1870, Castel Sant’Angelo cessò di essere proprietà della Chiesa e divenne proprietà dello Stato Italiano e dopo pochi anni Castel Sant’Angelo fu trasformato in un museo e aperto al pubblico.
Durata della visita: ci vorranno circa due ore per esplorare il castello in tutta calma.
Quando andare: le ore del mattino o del tardo pomeriggio sono ideali per evitare le folle ma anche nel primo pomeriggio se vuoi avere una luce perfetta per le foto.
Cosa portare: come per tutti i tour, sono consigliate scarpe comode, una bottiglia d’acqua e, ovviamente, la tua macchina fotografica o il tuo smartphone.
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